Siamo Lorena e Claudio, ci siamo conosciuti giovanissimi all’interno di una associazione culturale e siamo sposati da quasi quarant’anni.
L’idea di poter essere d’aiuto a bambini che si trovano in una situazione di difficoltà era presente in noi già da alcuni anni, ma si è concretizzata quando i nostri due figli, ormai più che trentenni, hanno spiccato il volo e sono andati a vivere da soli.
Ci siamo addentrati cautamente nel mondo dell’affido attraverso esperienze di conoscenti e inizialmente abbiamo offerto la nostra disponibilità per qualche ora alla settimana, per essere di supporto soprattutto nello svolgimento dei compiti a casa.
Quando circa tre anni fa, a ottobre 2021, Laura Del Favero ci ha contattato illustrandoci il suo impegno all’interno di MetaCometa chiedendoci se eravamo disponibili a dedicare qualche ora a Casa Thabit a Udine, abbiamo subito accolto l’invito e abbiamo iniziato a familiarizzare con i bambini che erano presenti. Ci aveva colpito in particolare una ragazzina, G., che ora frequenta la terza media e che per tre anni abbiamo seguito nei compiti date le sue varie problematiche; piano piano siamo riusciti a entrare in empatia e a creare un clima di fiducia e rispetto reciproco.
La richiesta di poter passare qualche ora con tutti e tre i fratelli (oltre ad G. ci sono L. di 10 anni e R. di 8) è arrivata all’improvviso alla fine di aprile del 2023 quando Laura ci ha interpellato per sapere se potevamo essere di supporto alla mamma, unico loro punto di riferimento, che stava attraversando un periodo di reale difficoltà.
Se da un lato eravamo contenti di poter essere d’aiuto in una situazione critica, dall’altro eravamo consapevoli che questo sarebbe stato un passo importante per tutti pertanto, dentro di noi, si celava una certa apprensione. Siamo entrati in punta di piedi nella loro casa ma ci siamo resi conto, dall’accoglienza a base di tè e dolci tradizionali del Marocco, che c’era la volontà di aprirsi; l’unica perplessità da parte della mamma riguardava la parola “affido” utilizzata formalmente per spiegare il nostro ruolo (affido leggero diurno) ma noi abbiamo subito chiarito che dovevano vederci come degli zii maturi (data la nostra non più giovane età) che condividono dei momenti di svago, di socialità, di esperienze culturali e che possono essere di supporto alla figura materna non di certo sostituirla.
Ricordiamo ancora con viva emozione la prima volta in cui ci siamo trovati insieme a decidere cosa fare durante la giornata; l’allegria, la loquacità, la curiosità ma soprattutto l’educazione che hanno dimostrato ci hanno favorevolmente impressionato.
Dopo questo avvio “travolgente”, nel corso dei mesi gli incontri sono diventati via via sempre più frequenti. Cerchiamo di volta in volta di variare le proposte puntando sia alla sfera sociale che culturale: dal giocare al parco o in casa con giochi di società a provare a cimentarci in lavoretti manuali; dal visitare nuovi ambienti e realtà (lago, fiume, fattoria, castello…), a vedere film o spettacoli
teatrali. Non sempre la scelta delle attività è facile, soprattutto per la differenza di età tra la maggiore e gli altri due: per quanto possibile abbiamo però cercato di venire incontro alle diverse esigenze (è capitato ad esempio che siamo andati a vedere due film diversi nello stesso orario). Un momento molto sentito da tutti è la condivisione del pasto, non solo la consumazione ma soprattutto la preparazione. Abbiamo capito quanto sia importante e gratificante per la sorella maggiore scegliere cosa mangiare e cucinare come una vera “Masterchef”: in cucina riesce a ottenere quei risultati eccellenti che nella scuola, purtroppo, fa fatica a raggiungere. La conclusione del pasto spesso è riservata al dolce confezionato dalla mamma che così ci testimonia la sua gratitudine.
Una guida preziosa che ci aiuta in questo percorso e che funge da tramite anche con l’assistente sociale è Laura Del Favero; ogni qualvolta sentiamo la necessità di un confronto su problematiche educative o scolastiche, la interpelliamo perché sappiamo di poter contare su di lei.
Grazie al costante dialogo e alla sua intermediazione con i servizi sociali è stato possibile giungere alla formalizzazione di un affidamento leggero diurno a termine auspicando venga rinnovato.
L’esperienza di questo primo anno è senza dubbio racchiusa in gesti semplici ma significativi a riprova che si è creato un rapporto di vicinanza e affetto pur nel rispetto dei propri ruoli. I bigliettini che spontaneamente i bambini ci hanno donato in occasione dei nostri compleanni dimostrano quanto apprezzino la nostra discreta presenza e quanto quello che facciamo insieme sia importante per loro.
Questa particolare forma di accoglienza che stiamo vivendo si sta rivelando per noi un momento di crescita interiore difficilmente descrivibile a parole: sta arricchendo nel cuore e nella mente non solo noi ma anche la nostra famiglia. La nonna materna con loro ha ritrovato il sorriso e i nostri due figli ascoltano con curiosità e soddisfazione i resoconti delle nostre giornate e, quando possibile, ne prendono parte.