Il regalo più bello è stare insieme

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Sono Lucia, ho 19 anni e sono cresciuta in una famiglia che ha fatto dell’affido una parte fondamentale della propria vita. I miei genitori hanno iniziato ad accogliere prima ancora che io nascessi. Questa esperienza mi ha plasmata in tanti aspetti e quello che sono oggi è anche grazie al mio vissuto con l’affido familiare; infatti, mi ha insegnato valori importanti e mi ha regalato preziose lezioni che non avrei potuto imparare se non fossi cresciuta in questo modo.

È sempre stato difficile spiegare a chi questa esperienza non l’ha mai vissuta, cosa significasse per me vivere con gente sempre nuova; bambini o ragazzi che chiamavo fratelli o sorelle e che fino a poco tempo prima non conoscevo neanche. Ed era proprio quando arrivava la fatidica domanda “quanti fratelli o sorelle hai?” che più mi sentivo in difficoltà. Era sempre difficile provare a dare una risposta, ma in base al momento, o alla mia voglia di dare spiegazioni, rispondevo in modo differente. A volte mi limitavo a menzionare i nomi di mio fratello e mia sorella biologici, altre provavo invece a spiegare dell’esistenza di altri fratelli “di cuore”, consapevole di non poter sempre risultare del tutto chiara.

Nonostante ciò, ho imparato molto dalla mia esperienza come sorella affidataria. Crescendo accanto a persone provenienti da situazioni difficili, ho sviluppato una profonda empatia. Ho imparato a mettermi nei panni degli altri e a comprendere che le persone possono reagire alle circostanze in modi diversi. Quello che ho cercato di fare in questi anni è stato mettere a disposizione il mio essere sorella e provare ad offrire a tutti coloro che entravano, anche solo per breve tempo, nella mia vita, una dimostrazione di amore autentico, gratuito, slegato dal rapporto di sangue.

Ho cercato di condividere con loro la fortuna che imprevedibilmente mi è stata concessa.
Abbiamo imparato ad essere pronti a dover continuamente cambiare gli equilibri familiari per dare spazio e valore a chi un equilibrio probabilmente non lo ha mai avuto. La dinamicità della mia famiglia, con l’arrivo e la partenza di fratelli e sorelle affidatari nel corso degli anni, mi ha insegnato ad essere aperta al cambiamento e a trovare stabilità nella flessibilità.
Ho sperimentato che la vita può essere imprevedibile ma con amore, supporto e determinazione è possibile superare le sfide più grandi.
Ho imparato a valorizzare le piccole cose ed essere grata per ciò che ho, le esperienze di chi ha camminato con me per un tratto di strada mi hanno fatto realizzare quanto sia fortunata nella mia vita e mi hanno spinta a non dare mai nulla per scontato.
Non è stato sempre semplice e non lo è ancora dover condividere i propri spazi, il proprio tempo e i propri genitori, soprattutto se con persone con la quale non si ha una particolare affinità, ma è proprio questo il bello di questa esperienza: convivere con persone diverse, ognuno con le proprie esperienze di vita, costituisce una fonte di arricchimento reciproco. La veridicità di questa esperienza, e forse la particolarità che potrebbe renderla accessibile a chiunque, sta nell’essere spontanei, nel continuare a vivere la vita in famiglia come sempre, e nel cercare di introdurre l’accolto alla propria quotidianità familiare. Provare a dare lui la possibilità di vedere la vita da una prospettiva diversa.

Vivere all’interno di una famiglia affidataria per me significa non sentirsi mai soli, sentirsi al sicuro, in quel luogo che non solo tu chiami casa, ma anche tutti coloro che riescono a trovarci un rifugio sicuro anche solo momentaneo.
Ed è proprio quando trascorri il Natale in compagnia, in compagnia di gente che forse quel Natale non lo avrebbe nemmeno festeggiato, che ti rendi conto che “il regalo più bello è stare insieme”.

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